giovedì 11 febbraio 2010

LA FEDE IN INTERNET

Se il digitale un giorno non farà più notizia

di Giorgio Banaudi
internauta



Un tempo si andava negli States e, per stupire, si tornava con gadget ultratecnologici che sarebbero approdati da noi dopo anni. Oggi ti colleghi a internet, effettui un acquisto on line e l’oggetto di culto ti arriva per posta in una settimana.

Un tempo si raccontava che nelle metropolitane di Tokyo gli addetti delle stazioni insaccavano senza scrupoli i viaggiatori nelle carrozze; una volta pigiati dentro, tutti a sbandierare quotidiani, libri e riviste: un popolo di lettori, i giapponesi. E rispettosi delle tradizioni. Ma adesso di libri e giornali se ne vedono pochi: tutti impegnati a guardare lo schermo dei cellulari sui quali scorrono i fumetti, i racconti, i manga, i messaggi. E in tempo di Natale, per la prima volta nella sua storia, il sito Amazon.com ha venduto più e-book che libri di carta. Il sorpasso ha sdoganato i lettori di queste nuove creature digitali. Tavolette elettroniche che superano facilmente i 200 euro ma che iniziano a funzionare bene. La Rete si è infiltrata ormai quasi ovunque, cambia il nostro rapporto con la realtà. E non finisce di stupire con la messe di prodotti innovativi, fisici e virtuali, che ci regala.

Ma non per tutti è facile. Il cosiddetto digital divide, la differenza di accesso, è ancora grande, soprattutto tra gli anziani. Per questo sono nate iniziative per insegnare, motivare e spingere questa numerosa schiera a un utilizzo più consapevole; l’associazione Eldy (www.eldy.org) propone un software semplificato come trampolino di lancio. Elogiato persino dalla Bbc. E poi ci sono i progetti di educazione per i bambini più svantaggiati (ole.org), la realizzazione di pc a basso costo per i Paesi in via di sviluppo (www.laptop.org), la diffusione libera di testi e informazioni di qualità (come la moderna guida delle giovani marmotte digitali che trovate su: www.fumelli.it/book.pdf).

Si avverte il costante crescere del peso e del ruolo di questi strumenti ma, come tutte le tecnologie utili, prima o poi anche la Rete "scomparirà", assorbita nel quotidiano e smetterà di far notizia (c’è ancora qualcuno che tesse le lodi alla corrente elettrica, alle autostrade? Si usano e basta). Siamo all’adolescenza digitale. Cresce, nel frattempo, la consapevolezza che tocca alle persone gestire questa enfasi, che saper scegliere e valutare non è mai un compito facile o automatico, che un cinguettio di twitter.com o un sms difficilmente possono competere con l’approfondimento di un esperto. La discussione è accesa: dagli editoriali di Riotta (sul sole24ore.com) alle pubblicazioni dei veterani di internet, come Lanier, che vedono il rischio di una eccessiva volgarizzazione dei contenuti diffusi e la possibilità di condizionamenti culturali e travisamenti occulti. Il difficile è sempre quello: trovare la perla nel campo.

da Jesus

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